Diamo uno sguardo a quali sono i minerali che influenzano la tiroide e scopriamo come agiscono su di essa.
Selenio 200 microgrammi/die, il selenio è importante per l’attivazione dell’enzima di conversione (deiodasi) di T4 in T3 a livello tissutale. Il selenio è in grado anche di correggere i danni del sale iodato sulla tiroide. Il selenio ha un effetto antiossidante e protettivo sulla cellula, è in grado di antagonizzare il danno cellulare in corso di tiroidite cronica. In soggetti con tiroidite autoimmune si assiste ad una riduzione degli anticorpi (specie Aco-anti-TPO) dopo somministrazione di selenio e a un migliramento delle condizioni generali con riduzione del TSH. Il selenio porta ad una miglior funzione della L-tiroxina (la conversione in rT3 dipende dal selenio). Persone che vivono in aree povere di selenio sono più prone a sviluppare una tiroidite di Hashimoto. Come terapia sempre selenio anorganico: viene incorporato velocemnte negli enzimi selenio-dioendenti, viene eliminato da reni e polmoni e non si deposita in tessuti (NaSel). Le formulazioni organiche, specie legate ad aminoacidi come selenio-metionina, seleniocisteina, sono presenti in commercio a dosaggi di 50-100 microg come integratori. Attenti a non assumere il selenio con la vitamina C: ne riduce l’assorbimento. Zinco 25 mg/giorno, lo zinco è fondamentale per la formazione di TSH nell’ipofisi e per la sensibilità ipotalamica. In caso di carenza di zinco la trasformazione di T4 in T3 è compromessa e i recettori tiroidei delle cellule periferiche sono iporesponsivi. I livelli di zinco sono correlati positivamente a quelli di T3. Lo zinco contribuisce col selenio all’abbassamento del titolo anticorpale e agisce in sinergia con la vitamina B6. Lo zinco gioca un ruolo importante nel modulare il sistema immunitario, la sintesi proteica, la guarigione di ferite. Bassi livelli di zinco predispongono alla formazione di noduli tiroidei. Una carenza di zinco è comune nei vegetariani oltre che nei pazienti con patologie gastroenteriche, nei nefropatici, diabetici e neoplastici. Ricchissime in zinco sono le ostriche. Seguono carne rossa, uova, lenticchie, grano integrale. Iodio La tiroide necessita almeno di 150-300 microgrammi di iodio/giorno per sintetizzare gli ormoni tiroidei. L’influsso dello iodio sulla tiroide segue una curva ad U: in caso di grave deficit di iodio si ha un ipotiroidismo con struma (ingrossamento della tiroide); molti studi hanno mostrato che un eccessivo apporto di iodio può causare una Hashimoto e funge da fattore scatenante ambientale. L’introduzione del sale da cucina iodato ha portato ad un aumento della tiroidite di Hashimoto. Sembra che lo iodio abbia un effetto dosedipendente: molto iodio = tiroidite di Hashimoto, poco iodio = struma. Oltre il 90% dello iodio assunto viene eliminato con le urine. Troviamo lo iodio nel sale da cucina (circa 47,5 microg/grammo di sale o 285 microg/cucchiaino), frutti di mare, latte e latticini (non biologici: per via dei disinfettanti e per i mangimi contenenti iodio), la spirulina (un’alga), farmaci (amiodarone, frequente causa di Hashimoto), multivitaminici, prodotti industriali cucinati con sale iodato come carne affumicata, pane, pasticceria, coloranti sintetici.
Sono a rischio di carenza di iodio:
Ferro Dal punto di vista quantitativo è l’elemento traccia più importante ed essenziale per la funzione di tutte le cellule (metabolismo energetico, trasporto di ossigeno). Oltre 1/3 della popolazione mondiale presenta un deficit di ferro. Oltre il 10% di bambini e donne in età fertile presentano un deficit di ferro in Europa e Nord-America, solo 1-2% degli uomini. In Europa oltre il 6% delle donne gravide è anemica.
Occhio al valore di ferritina (ferro di deposito) > 50 ng/ml I sintomi da carenza di ferro sono:
Un deficit di ferro ostacola la sintesi degli ormoni tiroidei riducendo l’attività della perossidasi, enzima parzialmente costituito da molecole di eme e la trasformazione di T4 in T3. L’anemia sideropenica riduce la sintesi di ormoni tiroidei; inoltre l’anemia peggiora la funzionalità tiroidea anche per una diminuita perfusione della ghiandola: ricordiamo che la tiroide è una ghiandola altamente vascolarizzata. La supplementazione di ferro migliora l’efficacia della terapia con iodio in caso di ipotireoidismo.IMPORTANTE: Ricordarsi di assumerlo lontano dalla terapia tiroidea, perché ne può compromettere l’assorbimento. Somministrazioni protratte nel tempo possono interferire negativamente col microbioma, peggiorando lo stato dell’intestino: sono da preferire somministrazioni cicliche. La carenza di ferro può essere associata a patologie autoimmuni infiammatorie spesso associate a tiroidite, come la artrite reumatoide e a intolleranze alimentari o celiachia. In caso di patologia tiroidea va sempre indagato il metabolismo del ferro e si devono reintegrare eventuali carenze. In caso di ipotireoidismo il TSH aumentato porta ad un innalzamento del Ph gastrico, con conseguente ridotto assorbimento di ferro. In caso di aumento di peso nella donna va indagata un’eventuale carenza di ferro che può causare un’inibizione tiroidea. Spesso le preparazioni di ferro sono mal tollerate; il ferro glicinato è una forma ben tollerata. Il successo di una profilassi con iodio dipende dall’assetto marziale: quantità adeguate di ferro nell’organismo!!!! Per una tiroide normofunzionante la carenza di ferro deve essere evitata a tutti i costi! ATTENZIONE a:
Magnesio Da assumere lontano dagli ormoni tiroidei, in quanto ne riduce l’assorbimento. Importante per produrre sufficienti quantità di TSH, il magnesio è parte integrante per la sintesi di glutatione, un potentissimo antiossidante cellulare e cofattore di oltre 300 reazioni biochimiche nel nostro organismo responsabili della sintesi di proteine, funzione di muscoli e nervi, controllo della glicemia e della pressione arteriosa. Il magnesio è inoltre cruciale per la trasmissione degli impulsi nervosi, per la contrazione muscolare e per una normale frequenza cardiaca. Rame Questo minerale antagonizza la tiroide in due modi: è un minerale necessario alla produzione di estrogeni, risaputi antagonisti endocrini (attenzione all’uso di contraccettivi e terapie sostitutive in caso di ridotta funzione tiroidea!) e il minerale stesso antagonizza l’assorbimento e l’utilizzo metabolico di iodio, zinco e ferro. Ferro e rame devono essere presenti in quantità ideali per poter essere utilizzati dall’organismo umano. Quando il rame è in eccesso, il ferro perde la sua biodisponibilità. Il rame è importante per la funzione tiroidea poiché controlla ed antagonizza una sua eventuale iperattività. Calcio In corso di ipertireoidismo la perdità intestinale e urinaria di calcio aumenta del 200%. È essenziale in questi casi reintegrarlo per prevenire danni ossei, associando magnesio, boro, silicio. Vanadio Ha un effetto inibitorio sulla tiroide. Basse concentrazioni di vanadio sono contenute in alcuni alimenti quali crostacei, frumento, prezzemolo, ravanelli ecc. Potassio Elettrolita molto importante per la tiroide, sensibilizza i recettori di membrana al T3. Un deficit o un eccesso di K causa squilibri nell’organismo specie a livello cellulare. Manganese Aiuta a riequilibrare il sistema immunitario a produrre vitamina K e protrombina: importante per tutti quei pazienti che soffrono della mutazione del gene MTHF, piuttosto comune in pazienti affetti da patologie autoimmuni.