Già poco dopo la nascita l'infermiera ha notato qualche desaturazione di ossigeno (iniziali segni di impegno respiratorio), distensione addominale e la tendenza ad eliminare abbondante quantità di fluido dalla bocca. Al sondaggio gastrico la sensazione da lei percepita era quella di una difficile progressione del sondino. Avvertito il neonatologo di turno si è deciso di effettuare una radiografia del torace per escludere patologia broncopolmonare ma, data la preparazione anche in materia chirurgica della nostra infermiera (che aveva intuito un possibile problema digestivo alto) e su suo suggerimento, tale radiografia è stata fatta ponendo un sondino radio-opaco in esofago. La vera astuzia, in questa strategia, sta nel fatto che anche se in teoria si potrebbe porre direttamente mezzo di contrasto in esofago, nel dubbio di una fistola superiore questo finirebbe, con immaginabili conseguenze, nelle vie respiratorie. Col sondino, invece, ciò non accade pur conservandosi la validità della procedura. Il risultato è stato l’osservazione di una mancata progressione del sondino il quale, ad un certo punto, si ripiegava su se stesso e tornava verso la bocca; inoltre la bolla gastrica risultava iper-espansa per ingresso di aria nelle vie digestive e la trama broncovascolare dei polmoni risultava accentuata per inalazione di materiale dalle prime vie digestive (cosa che spiegava, insieme al sollevamento del diaframma dovuto all’espansione addominale, le desaturazioni)